No assolutamente. O è integro e conduce oppure è interrotto e va cambiato con uno uguale (stessa corrente massima).
Di solito nelle istruzioni dicono di "controllare l'efficienza del fusibile". Questo si può fare sia a "vista" nei fusibili in vetro, si controlla che il filo interno (spesso molto sottile) sia presente e integro oppure con un tester (multimetro, digitale o analogico anche economico) in funzione di Ohmetro, con fondo scala basso, intorno ai 100-400 Ohm e se da un valore prossimo a zero è efficiente.
Si può anche usare, se il tester la ha, la funzione test di continuità: se il fusibile è efficiente deve condurre (il cicalino fa bip).
Risposta all'aggiunta:
in riferimento all'efficienza i valori riportati sul corpo di un fusibile non sono decisivi: conta la continuità, cioè se il fusibile conduce ancora o se si è "fuso" e quindi è interrotto.
I valori riportati sul corpo di molti fusibili informano sui limiti delle condizioni di funzionamento: un fusibile da inserire in un circuito ad alta tensione (decine di migliaia di volt) sarà costruttivamente diverso da uno per tensioni basse ma volendo potrebbe essere usato in circuito a bassa tensione senza problemi, pur essendo molto costoso.
Alcuni fusibili sono "ritardati", cioè costruiti in modo che la fusione avvenga lentamente alla corrente massima. Questo serve ad evitare che in alcuni circuiti che assorbono molto nell'istante di accensione il fusibile bruci sempre: ma si tratta di ritardi dell'ordine di millesimi o centesimi di secondo.
Forse stai usando il termine sbagliato: efficiente vuol dire "in grado di funzionare", cioè fa riferimento ad una qualità non ad una quantità.