Si possono fare disegnando il master su acetato (o stampandolo da CAD) e spedendo il tutto a una ditta che fa stampati in prototipo foratura compresa e magari fori metallizzati. Oggi con Autocad via e-mail conviene.
A casa con trasferibli piazzole e piste della R4 che sono una rarità a trovarli, corrosione in cloruro ferrico (una merdaccia corrosiva e sporcante che buca anche l'inox) foratura con trapanino ad alta velocità (6.000-15.000 giri) e punte da 0,9-1,2 mm in acciaio cobalto mangiandosi un sacco di polvere di vetro e prurito alle mani.
Oppure inchiostri, pennarelli, foto resist e impressione con luce ultravioletta da pellicola. Complesso già per un laboratorio di prototipazione in elettronica.
Mi dispiace disilludere sulla fattibilità "in casa" ma 30 anni fa avevo già rinunciato a farli in laboratorio e trovato una azienda che mi corrodeva i circuiti e mi tornava prototipi (da 2 a 5 pezzi) in 1 settimana su cui facevo modifiche a fili, fresetta e saldatore, rifacevo il disegno definitivo e lo rispedivo (per posta espresso)
@panther.
Facendo riferimento a:
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:CAmzoIMBHaoJ:www.vincenzov.net/tutorial/stampati/stampati.htm+come+fare+circuiti+stampati&cd=3&hl=it&ct=clnk&gl=it
a mio parere sottovaluta i costi di attezzatura (fra bomografo, trapanino, lampada) vanno un 250 Euro, i costi della pellicola. e delle punte.
Per il liquido: ci sono dei disinvolti che usano acidi pericolosissimi, da asfissia o da danni ai polmoni (ho visto con i miei occhi un prinipio di intossicazione da gas cloro) o alle mani (acido nitrico)
Il cloruro ferrico ha il pessimo difetto di corrodere dopo anni, visti scarichi di piombo diventati ragnatela per presenza da temp remoti di tracce di cloruro ferrico nei giunti). Lo smaltimento regolare avviene come rifiuto periocoloso e onestamente non voglio averne a casa neppure un grammo, se poi un contenitore di cloruro ferrico esausto mi si dovesse rovesciare in auto mi corroderebbe il fondo del bagagliaio.
Poi ognuno fa quello che vuole.
@tullio.
il bilancio fra farsi gli stampati in laboratorio (chiariamo: laboratorio attrezzato, professionale), i costi, farseli fare da ditta specializzata a livello specializzato (vetronite ramata 35/70 micron) sfrido, taglio, punte trapano. finitura, ecc. è stato di dare da far fuori (230 km) anche il singolo prototipo (facevamo 3-5 pezzi per poter fare le messe a punto) per pacco postale urgente.
Il cloruro ferrico ha combinato guai, spandimenti e corrosioni dell'AISI 316, c'era il problema di dove sciacquare le vaschette, la velocità di corrosione dipendeva da temperatura e da saturazione del bagno, dall'altezza del battente e dall'agitazione per cui avevamo scanalature di plastica che sostenevano le schede. Bottiglie e vasche di contenimento, imbuti ad hoc. Spesso piste spaccate, iper corrose (sul 70 micron d potenza si poteva lavorare solo con acido nuovo), problemi di stoccaggio dell'esausto anche se pochissimi litri, smaltimento al deposito comunale in bottiglie plastica chiuse, altro costo e impegno.
Già negli anni 1980 andato abbandonato e accordi con prototipista.
Tornavano schede stagnate, fori metallizzati e doppia faccia, perfette e avvolte nel film di polietilene una per una.
Poi cascuno ea quello che crede